TRENT’ANNI DI BARAZOKU

Lug 14, 2020

Il ruolo della rivista Barazoku nella formazione di una comunità LGBT in Giappone

Barazoku è la prima rivista del Giappone rivolta esclusivamente a un pubblico omosessuale. Viene fondata agli inizi degli anni ’70 da Itō Bungaku, un uomo (eterosessuale) con un incredibile sensibilità. Era un periodo particolarmente intenso a livello mondiale per la comunità LGBT, che da Stonewall in poi iniziò a reagire ai soprusi e alle violenze alzando la voce. La storia della comunità omosessuale giapponese si inserisce in questo contesto, ma in un Paese in cui la contestazione feroce e violenta non è mai contemplata in nessun ambito, la storia è stata diversa.

TRENT’ANNI DI BARAZOKU è il titolo del libro che ho scritto per raccontare ai lettori in Italia le dinamiche peculiari che hanno portato alla nascita della moderna gay community giapponese. Attualmente questo è l’unico libro in lingua italiana disponibile sull’argomento.

In primo piano il numero inaugurale di Barazoku (Settembre 1971).

La storia della formazione di una gay community giapponese è un’avventura che si è sviluppata sotto la superficiale dell’acqua. All’oscuro degli occhi della gente, e al tempo stesso lì, sugli scaffali delle librerie, compariva Barazoku. Non una semplice rivista, bensì la prima, quella che ha innescato il meccanismo che avrebbe portato nel corso del trentennio di pubblicazione alla nascita e all’affermazione di una gay community in senso moderno.

La rivista come prima piattaforma di interazione

Prima dell’avvento di Barazoku, al di là dei cinema a luci rosse, i parchi, i bagni pubblici e pochi altri escamotage più o meno leciti per incontrare altri omosessuali, in Giappone non erano molti i luoghi di incontro e socializzazione. La messa al bando del business della prostituzione nel 1957, ha favorito la prolificazione dei bar a tematica gay nel quartiere di Shinjuku Nichome, a Tokyo. Nell’arco di dieci anni, fino alla fine degli anni ’60, Nichome era diventata una roccaforte dell’intrattenimento per omosessuali. Tuttavia, questo non necessariamente corrispondeva alla creazione di ambienti di interazione, e soprattutto tagliava fuori tutti quelli che non abitavano nella metropoli.

Barazoku, per la prima volta, fornì alla disconnessa comunità omosessuale giapponese la possibilità di incontrarsi su una piattaforma inizialmente virtuale. Era “solo” una rivista ma la “Rubrica dei lettori” permise un fitto scambio di opinioni, sensazioni, gioie, dilemmi, emozioni. Un luogo, seppur astratto, in cui condividere esperienze e sviluppare un linguaggio comune, un sentire proprio a un gruppo definito. Barazoku ha dato il via alla formazione di una identità di genere omosessuale in Giappone, prima tramite le pagine della rivista, poi organizzando il primo incontro fisico, nel 1974, tra i lettori della rivista. Non una semplice festa, bensì il primo evento che ha riunito nella stessa stanza più di cento omosessuali giapponesi.

La “Rubrica dei Lettori” era l’angolo dedicato alle lettere con cui i lettori potevano entrare in contatto gli uni con gli altri.

Il ruolo sociale della rivista

In un’epoca in cui le comunicazioni scorrevano a velocità ben più analogica, Barazoku ricoprì un ruolo fondamentale nell’informare e nel tenere insieme la comunità omosessuale giapponese. La notizia relativa alla scoperta del virus dell’HIV, che sconvolse il mondo intero, fu gestita in maniera a dir poco grottesca in Giappone. Il Governo mise in atto un’opera di insabbiamento della verità per camuffare i risvolti tragici di un proprio errore imperdonabile e far così tornare i conti a proprio vantaggio. Ma in tutte le catastrofi c’è bisogno di un capro espiatorio. Vi lascio immaginare com’è andata la storia.

Il libro di Barazoku

・Come erano concepite tradizionalmente le relazioni omosessuali nel Giappone?
Da dove origina la comunità LGBT giapponese?
・In che contesto è nata Barazoku? Chi l’ha fondata?
・Che tipo di supporto ha offerto la rivista e come ha contribuito alla formazione di una gay community?

TRENT’ANNI DI BARAZOKU” è il primo (e unico) libro in lingua italiana sulla formazione di una comunità omosessuale in Giappone. vi svelerà tutti i retroscena, le dinamiche, la fortuna e gli scandali di questa avventura. Un saggio storico di ambito socio-culturale ricco di immagini, testimonianze ed estratti (sia in giapponese che in italiano) dei contenuti della rivista. Contiene un’esclusiva intervista a Itō Bungaku, fondatore di Barazoku con cui ho tuttora il piacere di trascorrere piacevolissimi pomeriggi davanti a una tazza di tè.

“TRENT’ANNI DI BARAZOKU”, disponibile su Amazon sia in versione cartacea che Kindle.

Spero di avervi invogliato a scoprirne di più. Chi mi segue già su Instagram lo sa che parlo spesso di cultura LGBT giapponese. Questo testo ne racchiude l’essenza e le radici.

Buona lettura… e se vi andrà attendo le vostre recensioni!

4 Commenti

  1. Massimo canevari

    Bell’articolo, vorrei acquistare il libro, su Amazon non è disponibile, nel caso potrebbe esserlo su eBay o altri canali? Grazie.

    Cordiali saluti

    Max

    Rispondi
    • Rorisu

      Ciao Massimo! Sono contento ti sia piaciuto l’articolo e soprattutto che ti interessi il libro. Come noti giustamente, al momento “Trent’anni di Barazoku” non è disponibile su Amazon, perché attualmente il libro è in fase di revisione per essere presto ripubblicato da una casa editrice vera e propria. Quindi il libro tornerà prestissimo disponibile! Non so se per caso già segui la mia pagina di IG, ma ti lascio qui il link al post in cui spiego meglio questa cosa. Inoltre, ti consiglio di iscriverti alla newsletter (trovi il form all’interno dei sito in basso alla voce CONTATTI) per tutti gli aggioramenti. Spero che leggerai il libro appena disponibile nuovamente! Grazie ancora di cuore!

      Rispondi
      • Massimo Canevari

        Ciao,

        Ti ringrazio per la repentina risposta, ti inizierò a seguire su Instagram e sicuramente acquisterò il libro. PS sarebbe interessante se nella riscrittura del libro venisse citata la tremenda società maschilista giapponese che sicuramente vedrà come debolezza essere omosessuale, visto che i gay nelle TV nazionali sono usate come mere macchiette a parte poche eccezioni come Matsuko Deluxe e pochi altri come Miwa hakihiro. Se Mishima Yukio si dovette sposare con una donna anche se gay, questa la dice lunga su quanto siano medievalmente maschilisti di norma nella società giapponese.
        Sicuramente troverei interessante un approfondimento del genere.
        Buon weekend

        Rispondi

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Rorisu

Ciao! Sono Loris ma in Giappone tutti mi chiamano Rorisu. Vivo a Tokyo da quasi dieci anni dove lavoro principalmente come traduttore. Vi racconto la mia vita giapponese tra lingua, cultura e paesaggi mozzafiato.

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