Gita allo Snow Monkey Park di Nagano

Gita allo Snow Monkey Park di Nagano

In Giappone anche le scimmie amano immergersi e rilassarsi negli onsen, le famosissime vasche termali naturali giapponesi. E se è vero che gli onsen sono diffusi in tutto il Paese, la regione montagnosa in corrispondenza dell’odierna prefettura di Nagano nell’entroterra del Giappone, ne è particolarmente ricca. Siamo andati allo Snow Monkey Park di Nagano e questo è l’itinerario del nostro breve ma rilassante viaggio nella natura profonda della regione di Shinshu.

Le scimmie (nihonzaru) che abitano le foreste della prefettura di Nagano si godono senza sconti i piaceri degli onsen, e le abbiamo viste crogiolarsi con i nostri occhi al famoso Snow Monkey Park nei pressi della località termale di Yudanaka Onsen.

Una gita di due giorni alle terme e allo Snow Monkey Park di Nagano per staccare la spina

Avevo bisogno di staccare la spina dalla vita frenetica di Tokyo e insieme a tre fantastici compagni di viaggio sono andato alla scoperta delle meraviglie della prefettura di Nagano. Vi racconto nel dettaglio il nostro itinerario di viaggio, che consiglio a chi volesse visitare il celebre Snow Monkey Park di Nagano ma non avesse troppi giorni a disposizione. Alla fine dell’articolo trovate il resoconto con i costi del viaggio!

Itinerario di viaggio. Day 1

Da Shinjuku a Nagano

Partiamo dalla partenza, e scusate il gioco di parole. Potevamo prendere lo shinkansen da Tokyo, ma abbiamo scelto il bus. Io preferisco di gran lunga viaggiare in autobus piuttosto che in treno, e si risparmia anche parecchio. Con gli autobus della compagnia WILLER EXPRESS siamo partiti alle 8:55 a.m. dal Bus Terminal di Shinjuku (South Exit) e siamo arrivati alla stazione di Nagano alle 12:38.

Nagano città è una ridente (oh! oh! oh!) località di montagna nella vecchia regione dello Shinshu. Famosa per le piste da sci, i paesaggi montagnosi, la natura incontaminata, gli onsen ovviamente e forse un po’ anche per il libro Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami. Non dista molto da Tokyo ma non c’ero mai stato.

A pranzo spiedini fritti (e una bella carica di vintage)

Arrivati giusto in tempo per il pranzo siamo andati a mangiare in una tavola calda specializzata in kushiage (spiedini fritti di verdure, carne e pesce) completamente a caso nei pressi della stazione. Scelta vincente. Al di là della squisitezza del cibo, l’atmosfera super vintage di Kakashi, così si chiama la tavola calda, ci ha dato il miglior benvenuto a Nagano. Il proprietario di Kakashi è un signore anziano dolcissimo, che non ci sente molto bene. Ho dovuto praticamente urlare per farmi capire, ma siamo riusciti a comunicare senza troppi problemi. Prepara con meticolosa dedizione il cibo, fresco tutti i giorni, e offre tanti menù diversi. Noi abbiamo scelto tutti il menù del giorno, per semplificare l’ordine visto che era da solo in negozio. Gli sgabelli bassissimi che sembravano fatti per i nani di Biancaneve alla fine si sono rivelati comodi (per le nostre altezze contenute).

kakashi nagano kushiage
Tavola calda “Kakashi”, Nagano City

A quanto pare, mi spiegava il proprietario, c’è una tradizione al ristorante Kakashi: chi mangia almeno 35 spiedini può firmare e appendere alle pareti una targa con il proprio nome e messaggio. Ne era pieno il locale, e lo inondava di famigliarità.

Il tempio Zenkoji, un luogo semplicemente unico e speciale

Dopo pranzo ci siamo incamminati alla volta del meraviglioso tempio Zenkoji, simbolo della di Nagano e importantissimo anche a livello nazionale. Eretto nel VII secolo d.C., si dice conservi la più antica statua di Buddha del Giappone. La particolarità del tempio Zenkoji, che lo rende unico nel suo genere, è quella di prescindere dalle varie scuole di pensiero buddhiste.

Nagano City
Mercato coperto e passeggiata a Nagano City, con le montagne di sfondo

Proprio in virtù della sua antichissima storia, si dice che il tempio Zenkoji esisteva in Giappone da prima della divisione del Biddhismo in varie correnti e questo concetto continua tutt’oggi rendendolo un luogo amichevole, equo, accogliente per chiunque. Una sorta di tempio sconsacrato conosciuto come famoso “power spot”, ossia un punto nevralgico per la concentrazione di energie positive.

Tempio Zenkoji (VI sec d.C.), Nagano
Tempio Zenkoji (VI sec d.C.), Nagano

Per farvi capire la particolarità di questo luogo: alle spalle del padiglione principale c’è un piccolo monumento dedicato alla posta. Alle lettere, ai pacchi, a tutto ciò che spediamo e che per qualche ragione si smarrisce nell’etere e non raggiunge il destinatario. Giuro, stavo per piangere dalla commozione.

monumento posta smarrita zenkoji
Monumento alla posta smarrita (tempio Zenkoji), Nagano

L’assenza di barriere concettuali di questo tempio e la credenza che visitandolo almeno una volta nella vita si possa accedere al Paradiso della Terra Pura, lo rendono uno dei luoghi più visitati in tutto il Giappone con circa 7 milioni di visitatori l’anno tanto religiosi quanto atei.

Io, che non sono mai stato troppo affascinato da questioni legate alla religione, personalmente ho trovato questo luogo rilassante, riconciliante, energetico, e ho amato assolutamente la fila di negozietti, caffetterie e ristorantini ai lati del lungo viale che conduce al tempio. Il tempo sereno e l’aria frizzantina hanno reso la visita a questo “power spot” a dir poco gloriosa.

zenkoji nagano
Viale che conduce al tempio Zenkoji, Nagano

Il ryokan

Tornati poi in stazione verso il pomeriggio inoltrato, abbiamo preso un treno locale (circa un’oretta) da Nagano alla stazione di Yudanaka Onsen, località termale dove avremmo pernottato. Abbiamo scelto tra tutte le opzioni il ryokan Hosei Hotel. Perché?

・è pulito e bello esteticamente

・è provvisto di onsen e rotenburo (vasca termale all’aperto)

・offrono il servizio navetta gratuito dalla stazione al ryokan e viceversa

・prezzi decisamente alla mano, cena e colazione incluse (vedi in fondo)

Hosei hotel ryokan Yudanaka
Hosei Hotel, Yudanaka Onsen

* Ho chiesto (e ottenuto eccezionalmente) il permesso ai proprietari per fare le foto nell’onsen. Non c’era nessuno in quel momento, ma di norma è severamente vietato.

Abbiamo prenotato su Booking.com, non dal sito dell’hotel. Era più pratico. Sul ryokan non ho molto da dire al di fuori di: assolutamente pazèsko! Atmosfera bella e amichevole, staff super disponibile, l’onsen era top (ma assicuratevi di chiedere qual è l’orario di pulizia in cui non sarà accessibile! Abbiamo rischiato grosso). Ottima anche la cena (kaiseki ryori tradizionale multi portata, ampiamente digerita giocando a Taboo e facendo reel burloni) e la colazione (tradizionale, ma in cui era disponibile anche a buffet con cibi più occidentali). Ci siamo immersi nell’onsen alla maniera giapponese, ossia tre volte: prima di cena, dopo cena, la mattina dopo prima di colazione. E poi, sayonara (purtroppo).

Itinerario di viaggio. Day 2

Snow Monkey Park, il parco delle scimmie di Jigokudani

Alle 10:00 di mattina, onsen-nati, colazionati e check-out-ati, abbiamo chiesto un passaggio allo staff di Hosei Hotel per farci accompagnare al parco delle scimmie di Jigokudani (Jigokudani Yaen Koen) per la nostra gita allo Snow Monkey Par di Nagano. Peccato che a metà marzo la “snow” non era pervenuta, ma ce lo aspettavamo. Onestamente è stato bello lo stesso, le scimmie si spulicchiavano, si facevano il bagno nell’onsen, ci fissavano con aria sfottente, ma penso che tutto innevato debba fare un effetto ancora più suggestivo.

jigokudani onsen snow monkey park
Jigokudani Onsen, locanda “Koraku-kan” (1864)

Allora, il focus del viaggio: il parco delle scimmie di Jigokudani, Snow Monkey Park di Nagano. Tra una cosa e l’altra siamo arrivati verso le 10:30 all’inizio del sentiero. Ci vuole mezz’ora a piedi (solo andata) dal punto di partenza all’ingresso del parco dove si trovano le scimmie. Si paga un biglietto di ingresso e si accede all’area con la pozza termale, il ruscello nella valle e decine e decine di macachi giapponesi che scorrazzano in libertà ovunque. Occhio, mi raccomando. Non sono pericolose ma giustamente non ci si può avvicinare, non le si può importunare. Rispettiamo sempre gli spazi reciproci (tranne quando arrivano loro a prenderti le cose di mano. Soprattutto se sono commestibili, infatti eviterei di tirare fuori cibo). Ci tengo a sottolineare che non si tratta di uno zoo. Le scimmie sono completamente libere di spostarsi ovunque vogliono (e se anche esistono delle recinzioni, sono assolutamente impercettibili per il livello di estensione dell’area).

Snow Monkey Park Jigokudani
Scimmie goduriose allo Snow Monkey Park, Jigokudani

Tenetevi da parte almeno un paio d’ore. Considerate un’oretta da passare lì allo Snow Monkey Park, se non qualcosina di più se amate fare fotografie. In più, un’ora tra salita e discesa. Il signore dell’hotel ci aspettava puntuale alle 12:30 per portarci poi, su nostra richiesta al centro del paesino termale di Yudanaka Onsen da cui avremmo fatto una passeggiata per le stradine romantiche di Shibu Onsen (un’altra località termale letteralmente attaccata a Yudanaka e raggiungibile a piedi).

Shibu Onsen. Una suggestiva passeggiata indietro nel tempo

Passeggiare per Shibu Onsen è paragonabile a un salto nel tempo di secoli. Nella località termale si respira una rinfrancante aria di tempi lontani e di tradizione. Pullula letteralmente di vasche termali. Sono 9 gli onsen del paesino, tutti attaccati tra di loro e tanti anche i punti di ashiyu, ossia le vasche termali in giro per la viuzze per mettere soavemente in ammollo i piedi. Non abbiamo fatto in tempo a fermarci, perché avevamo l’autobus di ritorno per Tokyo alle 16:00, ma una passeggiata (e un buon ramen in centro) ce la siamo fatta. Se avete tempo per una seconda notte, consiglio vivamente di pernottare a Shibu Onsen e fare il giro dei 9 bagni termali (si dice porti fortuna!).

Di ritorno a Tokyo…

Abbiamo ripreso il treno locale da Yudanaka Station alla volta di Nagano verso le 14:30. Arrivati a Nagano siamo saliti come da programma sulla corriera WILLER che avevamo prenotato con partenza alle 16:00 e siamo arrivati con qualche minuto di ritardo a Shinjuku verso le 19:30. Fine di un viaggio all’insegna della natura, l’aria pulita, chiacchierate intense alle terme, gioiosi primati più umani di tanti umani, un reel da ricordare e una vagonata di risate. Tanto, tanto, ma tanto benessere.

yudanaka onsen
Stazione di Yudanaka Onsen, prefettura di Nagano

Ricapitolo dei costi

Trasporti:

Autobus (WILLER) Shinjuku – Nagano 6,800 JPY a/r (circa 52 Euro)

Treno locale Nagano – Yudanaka Onsen 2,400 JPY a/r (circa 19 Euro)

Pernottamento:

Hosei Hotel (豊生ホテル) cena e colazione incluse 6,500 JPY/notte (circa 50 Euro)

Gite:

Snow Monkey Park, ticket 800 JPY (circa 6 Euro)

Pasti:

Pranzo a Nagano (Kakashi), menù del giorno 750 JPY (circa 5,50 Euro)

Ramen a Shibu Onsen (non ricordo il posto, ma non era particolarmente speciale), 750 JPY (circa 5,50 Euro)

Varie:

Snack e bevande per la sera in ryokan, 2,000 JPY (circa 15 Euro)

TOT: 20,000 JPY (circa 154 Euro)

Se cercate invece un itinerario per un viaggio ai tropici del Giappone, vi consiglio di leggere la mia avventura estiva a Ishigaki.

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Ishigaki e le isole Yaeyama: l’estremo sud del Giappone

Ishigaki e le isole Yaeyama: l’estremo sud del Giappone

Se già mi seguite su Instagram, sapete che sono appena tornato da un viaggio a dir poco eccezionale a Ishigaki e altre isole dell’arcipelago delle Yaeyama! Sono un amante del mare, delle isole in particolare, e considerando il fatto che il Giappone è un arcipelago di migliaia di isole, e che attualmente non si può andare all’estero, ho optato (felicemente) per un viaggio estivo agli estremi tropicali del Giappone. Ne ho parlato in lungo e in largo sul mio profilo (tutto salvato nelle storie in evidenza!), documentando giorno per giorno i miei spostamenti, ma vorrei assolutamente parlarvene anche qui per tenere tutte le info insieme e consultabili a colpo d’occhio. Partiamo alla scoperta di questo meraviglioso arcipelago!

L’arcipelago delle Yaeyama

L’arcipelago delle isole Yaeyama si trova a sud, ma tanto a sud. Si fa molto prima ad andare a Taiwan che a Tokyo da lì. Le isole Yaeyama detengono due primati nella geografia giapponese: 1) il punto più a sud (isola di Hateruma), e 2) il punto più a ovest (isola di Yonaguni) di tutto il territorio nazionale. L’arcipelago delle Yaeyama appartiene alla prefettura di Okinawa, ed è composto da 32 tra atolli e isole di varie dimensioni, di cui solo 12 sono abitate e il resto è praticamente oasi, patrimonio nazionale e paradisi naturali incontrastati (non che le isole abitate siano da meno!).

Sono stato nell’arcipelago delle Yaeyama per un totale di 6 giorni. Un periodo troppo breve per visitare ogni singola isola e scoprire tutto quello che avrei voluto sapere su storia, cultura e paesaggi di questi paradisi tropicali. Ma per un primo assaggio, sono assolutamente soddisfatto dell’itinerario che ho costruito e ve lo racconto qui.

Giorno 1 – Arrivo a Ishigaki

Arrivo all’aeroporto di Ishigaki con un volo diretto da Tokyo (all’incirca 2h:30 di viaggio). Ho volato Peach, una low cost che ha voli diretti da Tokyo e Osaka, per un totale di 30,000¥ (circa 220€) a/r comprensivo di bagaglio da stiva che ho acquistato a parte. Ci volano chiaramente anche JAL e ANA ma personalmente trovo eccessivo pagare i loro prezzi-gioielleria per un volo di neanche tre ore. Up to you!

Ishigaki è l’isola principale dell’arcipelago delle Yaeyama, nonché punto di riferimento politico e culturale della regione, ma non la più grande per dimensione (Iriomote la frega, seppur di poco). Ho deciso di fare base a Ishigaki per il mio viaggio perché è oggettivamente l’isola più fornita dal punto di vista dei servizi. Qui dipende un po’ dalle vostre preferenze. Si può anche soggiornare sulle isole minori, il che è sicuramente molto romantico, ma bisogna tenere presente l’aspetto “sconvenienza”. Già Ishigaki è un luogo remoto (letteralemte!) agli antipodi del Giappone, figuriamoci le isolette ancora più inabissate: niente konbini, niente lampioni la sera (bello per le stelle però), niente bar, niente. Nel mio caso, sono contentissimo di aver scelto Ishigaki perché mi ha permesso di avere una discreta interazione con la popolazione locale, in quanto esistono quantomeno luoghi di ritrovo. Sono stato in un bar in particolare, di cui vorrei parlarvi, ma lo farò in un’altra sede perché quella è un’esperienza totalmente a sé e merita attenzione. Stay tuned!

Scorci della cittadina di Ishigaki. A destra una delle vie principali del piccolo centro dove si riuniscono bar e izakaya.

Il soggiorno alla Guest House Ashibina

Dunque, a Ishigaki ho scelto di pernottare vicino il porto perché sapevo che il traghetto sarebbe stato il mio miglior amico per i giorni a venire. Io sono stato alla Guest House Ashibina e ho ADORATO. La struttura in sé è semplicemente deliziosa, ma ancora più adorabili sono le persone che la gestiscono: una famiglia di quattro persone, Tomomasa e Megumi, con due bambine piccole, Iroha e Natsume. Stupende! E soprattutto vince per l’ottima posizione: 10 minuti a piedi dal porto, e altrettanti dal piccolo centro con izakaya, ristorantini, il mercato coperto, musei, qualche baretto, noleggio macchine, ecc… Accogliente, famigliare, confortevole e pulitissima. Prezzo di una notte in camera singola 5,000¥/ notte (circa 38€) e dai 2,500¥/ notte (circa 19€) per il dormitorio (mix o solo femminile). I proprietari parlano un po’ inglese! In questo video racconto la mia esperienza alla guest house Ashibina! Se vi va dategli un’occhiata.

Io ho prenotato su Airbnb, ma vedo che anche Booking.com ha ottimi prezzi per Ashibina e comunque applica la policy della cancellazione gratutita, quindi forse è più conveniente.

Il primo giorno mi è servito per famigliarizzare con i dintorni, fare un bel po’ di foto e… bruciarmi vivo mentre camminavo. Note to self: occhio al sole dei tropici… crema sempre e comunque. Lo sapevo, ma non imparo mai.

Giorno 2 – Taketomi

Non perdo tempo. Mi alzo e vado al porto. Ci sono un sacco di traghetti, non ho avuto problemi in questo. Assicuratevi solo di controllare l’orario dell’ultimo traghetto in partenza dall’isola in cui vi trovate per tornare a Ishigaki, e poi siete a cavallo! Insomma, ho preso il traghetto per l’isola di Taketomi. Mi ispirava per il suo aspetto intatto, l’atmosfera molto Ryukyu (l’antico regno insulare che corrisponde grossomodo alla odierna prefettura di Okinawa), le spiagge pazzesche… e la distanza: solo 10 minuti di traghetto da Ishigaki! Biglietto a/r adulto: 1,160¥ (circa 10€). A questo proposito, sappiate che esistono anche degli abbonamenti per i traghetti che partono da 6,800¥/3gg, ma attenzione che non tutti gli abbonamenti includono tutte le isole!

Sinistra: Kondoi Beach, isola di Taketomi. A destra: scorcio di un’abitazione locale a Taketomi.

Attenzione: quando al porto di Ishigaki si acquistano i biglietti del traghetto per Taketomi vi verrà chiesto se volete acquistare insieme anche il biglietto per salire sul carro trainato dai bufali, tradizionale mezzo di trasporto dell’isola. Se ne occupa la cooperativa per il turismo locale “Nitta” e volendo potete prenotare direttamente al porto di Ishigaki o anche direttamente a Taketomi. La gita sul carretto da sola costa 1,700¥ (circa 14€). Se prenotate insieme al biglietto del traghetto (acquistando il pacchetto al porto) è effettivamente un pelino conveniente economicamente, ma il giro con il carretto va effettuato necessariamente appena approdati sull’isola.

Detto ciò, occhio all’ora: se avete intenzione di svaccarvi in spiaggia (come me) e godervi il mare, controllate gli orari di alta e bassa marea. In base alle maree, le acque si ritirano al punto tale da costringerti a camminare davvero dei chilometri prima di riuscire a bagnarti le ginocchia! Questa informazione potrebbe influire sulle vostre scelte…

L’isola di Taketomi è un gioiello

Taketomi è semplicemente un gioiello. Bella, intatta, colorata, fiera. Piccolina, si gira in bicicletta senza troppa fatica. Appena arrivi al porto le varie compagnie di noleggio sono lì che ti propongono il loro pacchetto (sono tutti uguali da quello che ho capito, non si fanno concorrenza…), quindi ti caricano sul furgoncino e poi ti portano al loro garage. Dopo il briefing ti danno la bici e sei libero di scorrazzare! Si paga a seconda del tempo di noleggio. Ho pagato 2,000¥ (circa 16€) per tutta la giornata. Taketomi è abbastanza pianeggiante, quindi una normale bicicletta andrà benissimo.

Passeggiando per Taketomi: shiisaa, fiori e muretti di pietra.

Taketomi è un incantevole esempio di isola Ryukyu, l’antico regno che comprendeva tutte le isole tropicali che poi fu gradualmente annesso al Giappone con un lento (e doloroso) processo di occupazione e conquista a partire dal periodo Edo. L’architettura lo rivela, con i tradizionali muretti in pietra (ishigaki appunto) a fare da protagonisti ovunque, i leoni canini shiisaa, divinità protettrici di origine cinese collocati sui tetti o all’ingresso delle case a difesa dagli spiriti maligni, i tetti spioventi in tegole, le strade sabbiose e spesso impantanate (occhio con la bici!), il carretto con i bufali. Una cosa che mi ha colpito molto girovagando per l’isola sono le tombe. La struttura delle tombe poi è molto particolare: enormi, in pietra e in bella vista. Ogni tomba assomiglia più a un mausoleo che a una semplice tomba per via della dimensione imponente, che a quanto pare è sinonimo dell’influenza del defunto in società. Ho scoperto che un determinato periodo dell’anno (probabilmente aprile, ma la mia fonte tentennava) i famigliari del defunto si riuniscono intorno alla tomba del proprio caro e ne celebrano la memoria consumando un pasto seduti sul muretto di cinta. L’ho trovato molto bello. E poi ancora mille fiori colorati ovunque, natura incontrastata e spiagge cristalline… ecco, magari occhio ai corvi maledetti, vi dico solo che mi hanno rubato una canottiera mentre facevo il bagno.

Giorno 3 – Kohama & il rendez-vous tra i fondali oceanici

Giornata intensa. Avevo guardato il meteo e dava particolarmente bello, quindi non ho esitato e sono uscito di nuovo all’arrembaggio. Sono arrivato al porto e ho lanciato uno sguardo agli orari dei traghetti. Chi è in partenza? Tu? Bene, arrivo. Dov’è che si va? Ah, Kohama. Perfetto! Aspe’ che guardo dove sta magari… Ah ci piace. Vicino, una decina di minuti ed ero lì. Biglietto a/r adulto: 2,060¥ (circa 16€).

L’isola di Kohama nasconde un paradiso terrestre

L’isola di Kohama è stata un’altra grande sorpresa. Avevo visto che non c’era granché da vedere in termini “culturali”, è un’isola più che altro di bellezze naturali. Piccolina, si gira in bici, quindi ho deciso di noleggiarne una (attenzione: non fate come me! A Kohama optate per la bicicletta a motore, altrimenti tra discese e salite suderete anche le cellule celebrali) e sono partito all’avventura in direzione della spiaggia consigliatami dal proprietario del noleggio. Mi fa: “Devi andare qui. Se non sei soddisfatto, vienimelo a raccontare quando torni dopo”. Disse il tizio, testuali parole. Un po’ gangster, ma ho apprezzato la self-confidence. Okay, fammi vedere di cosa sei capace. Ragazzi, aveva ragione lui. Praticamente si scende giù per un sentiero avvolto nei rovi e nei cespugli che manco la tana del Bianconiglio e… ta-daaan! Ci si ritrova al cospetto con l’immagine che io ho del paradiso. No, parole umane non possono descrivere quella baia.

Distese verdi e piantagioni sull’isola di Kohama. A destra, la caletta paradisiaca raggungibile attraverso il tunnel di cespugli.

P.S. La bici mi è costata suppergiù 1,000¥ per un paio d’ora (circa 8€). Ripeto: vi prego, noleggiate quella elettrica (che costa un pelo di più ma ci guadagnate in salute)!

Snorkeling con le tartarughe marine e i pesci tropicali

La mattina è volata via, e io mi sono dovuto incamminare nuovamente al porto per rientrare a Ishigaki. Il giorno prima, infatti, vedendo il cielo sereno al meteo, mi ero prenotato su Airbnb una mezza giornata di snorkeling insieme a Shiro-san e alle tartarughe marine! Shiro-san, la mia guida, è fantastico: oltre a essere un super esperto conoscitore della zona e amico delle tartarughe (solo tanto amore), è simpatico, divertente, paziente (vi fa milioni di foto e video sott’acqua, in tutte le salse) e parla un po’ inglese. Il tour con Shiro-san è iniziato verso le 13:30 e terminato per le 17:00 circa. In queste 3h:30 Shiro-san mi ha portato a guardare la barriera corallina, in mare aperto a nuotare con le tartarughe, giocare con pesci di ogni forma, colore e fantasia.

Nuotare con le creature del mare a Ishigaki. Grazie Shiro-san!

Poi siamo tornati a riva, ci siamo asciugati al volo e via su per una montagnetta per ammirare un panorama semplicemente mozzafiato! Non sono un grande scalatore, ma si tratta di una passeggiata di circa 10 minuti, a tratti un po’ impervia ma neanche troppo, e merita assolutamente. Questa esperienza, che dura un po’ meno di 4 ore, è costata 5,000¥ (circa 40€) tutto incluso: attrezzatura, guida, foto e video… Praticamente regalata, considerando la qualità dell’esperienza. Guardate qua! Insomma, una giornata da ricordare.

A sinistra io che faccio lo scemo con Shiro-san (a sua insaputa). A destra, il panorama dall’altura.

…Se invece possedete il brevetto da sub: Iriomote!

P.S. Io non ho il brevetto da sub, ma per le immersioni mi dicono che una delle isole più spettacolari è sicuramente Iriomote, che nella fattispecie è anche la più estesa dell’arcipelago (un pelino più grande di Ishigaki). Quasi il 90% della superficie dell’isola è ricoperta di vegetazione quindi è una sorta di isola-parco nazionale perfetta per: trekking, escursione in canoa tra le mangrovie e appunto immersioni subacquee. Non ci sono stato in questa occasione, ma la visiterò sicuramente la prossima volta!

Giorno 4 – Yonehara e Sunset Beach: due meraviglie di spiagge a Ishigaki

Mi raggiunge la mia amica Francesca e prendiamo la macchina per fare un giretto finalmente anche sull’isola di Ishigaki. Prenotata lì per lì, per 24h: 6,500¥ (circa 52€), ma sono convinto che sia possibile risparmiare con una programmazione anticipata (anche Edreams offre delle opzioni valide, mi dicono). Girare l’isola senza macchina è impensabile per via della grandezza e del fatto che il servizio di autobus che c’è sull’isola non è capillare a livelli soddisfacenti. Siamo andati prima alla spiaggia di Yonehara, consigliataci dalla nostra Guest House.

Yonehara Beach, isola di Ishigaki

Poi, dopo una bella giornata tra pesci blu metalizzato vicino la riva, scogli corallosi (occhio a non sgraffignarvi, io mi sono scartavetrato il piede) fondali vergini, ci siamo rimessi in moto per goderci il tramonto a… Sunset Beach (e dove, se no!). Ecco, ho capito perché la chiamano Sunset Beach. Lascio a voi ogni commento. Il caldo, la salsedine, il bagno al tramonto, il mare… il mare e ancora il mare. Io sono in love.

Sunset Beach, isola di Ishigaki

Giorno 5 – Hateruma, ovvero l’estremo sud del Giappone

Altra giornata meravigliosa di sole e d’azzurro. Che si fa? Porto, per forza! Stavolta sapevo dove andare. Decidiamo di tentare una traversata più importante, e compriamo il biglietto per l’isola di Hateruma. Un viaggetto di 60-90 minuti (a seconda del traghetto e della condizione del mare) alla volta di Hateruma: l’isola più a sud del Giappone! Biglietto a/r da Ishigaki per un adulto: 6,000¥ (circa 48€). Appena arrivati ci fiondiamo a noleggiare una macchina perché avevamo voglia di stare comodi e tranquilli. La macchina qui l’ho pagata circa 3,000¥ (circa 24€). Le distanze sono piuttosto ravvicinate. In realtà se si vuole andare solamente a Nishi Hama, la spiaggia (da sogno) che c’è vicino il porto, quella è raggiungibile anche a piedi. Noi però volevamo andare a visitare anche l’osservatorio con il monumento che dice “punto più a sud del Giappone”… quindi macchina.

“Hateruna blue”, un colore che non si spiega

Una cosa per volta. Il mare? No, vabbè. Una chilometrata di spiaggia bianchissima, mare blu di mille sfumature diverse che ti arriva alle caviglie che manco la tipa dei solari Bilboa (questa la capiscono in pochi mi sa). A proposito del colore del mare qui, c’è una parola in giapponese che indica proprio quel colore. Si dice “blu Hateruma” (波照間ブルー). Ci sarà un perché! Non ho parole per descriverne la bellezza.

Nishi Hama Beach, Isola di Hateruma

L’osservatorio della punta sud e “le colonne d’Ercole” giapponesi

L’osservatorio è a pagamento (500¥, circa 3€), ma a prescindere non so se ne valesse la pena. Non è che si salga poi tanto, saranno tre o quattro rampe di scale. A questo punto è molto meglio fare una passeggiata alla roccia monumento che indica il punto sud e osservare l’orizzonte infinito da lì. Noi, per non saper né leggere né scrivere, abbiamo fatto entrambe le cose!

L’estrema punta sud del Giappone, isola di Hateruma

Giorno 6 – Taketomi bis

Taketomi bis. Sì, perché era l’ultimo giorno e avevo voglia di riempirmi ulteriormente gli occhi e il cuore della bellezza delle viuzze, delle casette e del mare di Taketomi. La prima volta non avevo provato l’ebrezza di scorrazzare a bordo del carretto trainato dal bufalo, perché appunto sapevo che la marea sarebbe stata tiranna e non volevo rinunciare a una bella mattinata in spiaggia.

Going local: Il carro trainato dai bufali

Ho letto diverse reviews sull’esperienza su Tripadvisor, alcune meno entusiaste di altre, ma nel complesso è un’attività interessante. Effettivamente si tratta di un’attrazione turistica, oggigiorno, e la guida parla solo giapponese (non ho sentito di guide in inglese). Comprendo che il discorso animalista potrebbe influire sulla decisione. Mi sono posto anche io il problema, ma il mio ragionamento è stato che, nel bene o nel male, questo aiuta a sostenere l’economia locale. Inoltre i bufali sono tenuti con grandissima cura, gli isolani sono consapevoli del loro valore e del loro pregio.

Muretti in pietra e fiori a Taketomi. A destra: il caro bufalo che ci ha sopportati in giro per l’isola.

Insomma, gita per l’isola con la nostra guida (un simpatico vecchietto nativo di Taketomi) tra canti ed esibizioni allo shamisen. Fun fact: il signore parlava super veloce e con un accento talmente stretto che onestamente ho fatto moltissima fatica a stargli dietro e purtroppo mi sono perso parecchio della sua spiegazione. C’erano altri stranieri a bordo, ma loro non parlavano comunque giapponese e io ero un po’ incaricato di tradurre per loro ma stavo avendo delle difficoltà. Per un po’ ho cercato di resistere stoicamente, strizzando gli occhi e le orecchie che manco un cencio sullo stendipanni, poi mi sono arreso. Alzo la mano, mi scuso per l’interruzione e dico: “mi dispiace, potrebbe ripetere? Non ho afferrato il concetto”. Tempo tre millesimi di secondo e parte la ola dei giapponesi sul carretto: “Eh, ma infatti! Cos’è che ha detto? Mica ho capito!”… io a metà tra il divertito e il perplesso, sento un gocciolone di sudore attraversarmi la fronte. Nessuno aveva capito una beneamata mazza. Ci voleva il gaijin a rompere il ghiaccio… suppongo serviamo anche a questo. Ad ogni modo, la scena è stata esilarante, e alla fine, consultandoci tutti insieme, abbiamo compreso quello che il signore ci stava raccontando.

Torniamo a Ishigaki con l’ultimo traghetto (story of my life, io sempre a rincorrere “ultimi qualcosa”… treni, traghetti, aerei…) e stavolta senza subire furti da pennuti impertinenti e sprovveduti.

Il cuore traboccante di bellezza

Sono stati sei giorni pregni di bellezza. Per un po’ avrò il cuore in pace, ma sento che presto avrò bisogno di tornare nel meraviglioso arcipelago delle isole Yaeyama per rinfrescare questa sensazione.

Ci sono molti altri spot ben valutati e consigliati sul web, ma per ragioni di tempo non sono riuscito a incastrare tutto. Mi sarebbe piaciuto fare un salto a Kabira Bay ad esempio, o alle grotte di stalattiti. Per queste e altre esperienze, vi linko l’articolo di WarmCheapTrips che ne ha parlato in maniera molto esaustiva nel suo blog! Andate a dargli un’occhiata!

Un viaggio da sogno su misura per te!

Amanti delle immersioni, delle tartarughe marine e dei pesci pagliaccio. Alla ricerca di una vacanza più culturale, o magari solamente di un po’ di meritato relax in spiaggia. Mare sì, ma anche trekking in montagna o gita in canoa nella foresta di mangrovie. Alle Yaeyama ce n’è per tutti i gusti!

Se state valutando una tappa tropicale nel vostro prossimo viaggio in Giappone, Ishigaki e le isole Yaeyama sono una scelta assolutamente azzeccata! E’ un Giappone sicuramente diverso dal mainstream e altrettanto interessante, consigliatissimo soprattutto per chi magari ha già “spuntato” i giri canonici tra Tokyo e Kyoto.

Potete contattarmi qui per info & consultazioni sul vostro itinerario di viaggio personalizzato in tutto il Giappone! Ricordo che è anche possibile “prenotare” il sottoscritto come guida e accompagnatore per tutta la durata (o anche solo una parte) dell’esperienza.

Mata ne!

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