Cos’è Tokyo Revengers? Che sfide sono state affrontate in fase di traduzione? E com’è accolto in patria Tokyo Revengers? Ve ne parlo qui!
Baby gang, viaggi nel tempo e amore
Avete mai pensato a cosa succeda un istante prima di morire?
Si dice che un flash ci attraversi la mente, i ricordi, mostrandoci tutta la nostra vita, come in una pellicola cinematografica che si esaurisce in un batter di ciglia. Ci si aspetterebbe un flashback glorioso, i momenti più epici della nostra esistenza. Ma chi può dirlo?
Anche Takemichi, in stazione, scivolato dalla banchina e precipitato sui binari poco prima dell’arrivo del treno, pensava che fosse arrivata la fine. Si aspettava il proprio edificante flashback, ma le sue aspettative furono tradite da quello che accadde subito dopo.
La missione di Takemichi
La tediosa esistenza di Takemichi, un giovane ragazzo di ventisei anni senza voglia di lavorare o particolari ambizioni nella vita, con un passato da teppista e tanti fallimenti alle spalle, viene sconvolta da una news improvvisa al TG. Hinata, l’unica fidanzata che abbia mai avuto in vita sua, era morta in un incidente violento nel bel mezzo di un matsuri. Erano anni che non la vedeva, ma forse il ricordo di Hinata non aveva mai lasciato i suoi pensieri.
Ed è così che Takemichi, accasciato sui binari del treno, viene catapultato indietro nel tempo di ben dodici anni. Invece di morire travolto dal mezzo, si ritrova adolescente, biondo ossigenato, in compagnia dei suoi amici storici con indosso l’uniforme scolastica adattata secondo la moda dell’epoca alla maniera dei baby gangster delle medie. A tutto c’è una ragione, e così Takemichi inizia il suo andirivieni tra passato e presente con una missione chiara davanti a sé.
Tokyo Revengers è un manga shonen suggestivo e di grande suspense che tocca diversi generi spaziando dalla tematica “gangster”, a quella del manga di fantascienza. Una storia di baby gang e di adolescenza, di scazzottate e vendette, ma anche di onore e codici non scritti, di emarginazione sociale e disagio, di viaggi nel tempo e crescita personale.
Il primo manga non si scorda mai
Ora, non lo sbandiero spesso ai quattro venti come faccio con le indiscutibili meraviglie del genere shojo, ma sono un grande appassionato di storie malavitose. Specialmente gruppi mafiosi, regolamenti di conti, fazioni rivali, ecc. Dubito che la redazione di J-POP fosse a conoscenza di questo dettaglio, fatto sta che quando il mio editor mi ha proposto di occuparmi di Tokyo Revengers ho fatto un salto di gioia che vi lascio immaginare.
Non solo ero eccitato per via dell’interesse personale sull’argomento, ma anche per un’altra questione decisamente più importante. Finora ho tradotto romanzi e novel, ma Tokyo Revengers è a tutti gli effetti il primo manga di cui mi occupo da solo, dall’inizio alla fine (si spera!). È il mio bambino!
La traduzione
Lavorare alla traduzione di Tokyo Revengers è un compito avvincente per molte ragioni.
Innanzitutto il linguaggio decisamente colorito e sfacciato dei dialoghi. I personaggi usano espressioni in un giapponese molto colloquiale, proprio di basso livello e all’occorrenza anche volgari. Stiamo pur sempre parlando di ragazzini malavitosi. Mi veniva da ridere mentre leggevo il manga e pensavo a come rendere quello scambio di battute. Onestamente avrei voluto tradurre Tokyo Revengers in dialetto romano. Purtroppo, per quanto ne sarebbe venuto fuori un lavoro decisamente credibile (in stile Suburra), non era la scelta sociolinguistica più adatta. Insomma, non è che potevano dare a Takemichi & co. una colorazione culturale regionale così specifica. Quindi è stato necessario stemperare un po’ e trovare un punto di incontro con un registro che si calasse “elegantemente” a metà tra l’italiano standard e il livello meno brilluccicoso di un qualsiasi dialetto. Con il supporto della redazione abbiamo trovato una via di mezzo che spero renderà al pubblico il giusto feeling.
Un’altra cosa che mi diverte da morire è lo scambio di battute infantili e un po’ sconce dei personaggi. Ripeto: adolescenti in preda agli ormoni. Quindi, ecco, tra riviste porno, peli pubici, cacche (Arale docet), non ci si annoia davvero.
Tokyo Revengers… oltre il manga c’è di più!
Tokyo Revengers esce in Giappone per Kodansha e la pubblicazione del manga è ancora in corso. Nel 2017 è stato il manga che ha registrato il più grande volume di vendite tra i nuovi manga del genere time slip. Ha riscosso, e continua a riscuotere una valanga di successo. Anzi, dato l’enorme seguito in patria, è stata già annunciata l’uscita in TV della versione anime a partire dall’aprile 2021 e sempre quest’anno, a luglio, uscirà nei cinema giapponesi addirittura la LIVE Action! E IO NON VEDO L’ORA!
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Buon giorno,
ho letto il Suo articolo e mi ha incuriosito molto,
sono un ragazzo di 18 anni e avendo vissuto per quasi un anno in Giappone parlo il giapponese ad un livello discreto (N2), sono consapevole che probabilmente non è ancora abbastanza per diventare un traduttore, ma sono molto affascinato da questo lavoro (essendo grande amante dei manga) e volevo porLe alcune domande alcune domande al riguardo:
come ha avuto il Suo primo approccio con le case editrici italiane? Conoscendo i colleghi di lavoro, vivono per la maggior parte come Lei in Giappone oppure è un lavoro che si può fare tranquillamente anche in Italia.
Grazie mille in anticipo per la disponibilità,
Samuele
Ciao Samuele! Se ancora non l’avessi fatto, ti consiglio intanto di dare un’occhiata ai post sulla traduzione nella sezione “guide” della mia pagina Instagram. Ad ogni modo, a essere onesti, il lavoro di traduttore lo si fa principalmente in Italia. Siamo una minoranza, noi traduttori italiani in Giappone. Non preoccuparti. 😉